Scuola Secondaria – Codici e simbologie: dal quadrato magico a Enigma

“Chi è quello?”
Chiede il giornalista a Steve Jobs mentre camminando nella sede della Apple indica una foto gigante di un ragazzo in bianco e nero su di una parete.
Steve Jobs gli lancia una sguardo un po’ scocciato.
“Alan Turing”, risponde, “Ha vinto da solo la seconda guerra mondiale ed ha inventato il computer”.

Questo dialogo tratto dal bel film “Steve Jobs” del 2015, con protagonista Michael Fassbender creatore della Apple, semplifica e sintetizza la figura del grande matematico inglese e padre dell’informatica Alan Mathison Turing

Simone Terreni, che ha scritto un libro divulgativo e per ragazzi su inventori e scienziati che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione tecnologica è venuto a trovarci per parlarci di Alan Turing, del codice Enigma e della decriptazione di quest’ultimo.
Questo grande matematico, a soli 24 anni creò la Macchina ideale che porta il suo nome e la cui logica di funzionamento è alla base dei nostri computer, tablet, smartphones. Ma l’aspetto che è stato approfondito è l’attività che svolse, durante la seconda Guerra Mondiale, quando riuscì a decifrare il codice segreto Enigma che i nazisti usavano per le loro comunicazioni crittografate riuscendo così a far vincere la guerra agli alleati e risparmiando milioni di vite umane.

Scorrendo il primo volume del nostro libro di testo di aritmetica, ci siamo accorti che è stata riprodotta l’immagine di un “quadrato magico” come esemplificazione del ruolo di numeri e operazioni aritmetiche.
Si tratta di un esempio molto speciale di crittogramma poiché rappresenta un insieme di misteriose e rare particolarità che ora incuriosiscono e vengono studiate nelle università statunitensi ma all’epoca sembravano indirizzare capacità “magiche” e soprannaturali.
Il nostro testo riporta quindi un quadrato magico contenuto nell’opera Melancholia di Dürer, incisione realizzata nel 1514 e quest’anno presente proprio nella mostra di Palazzo Reale che abbiamo pensato di visitare.
A Palazzo Reale abbiamo effettuato una visita, orientata soprattutto alla parte geometrica e matematica. Insieme abbiamo osservato il quadrato magico, il  romboedro troncato e altri dettagli.

Terminata la visita a Palazzo reale, due ragazzi hanno chiesto di restare per un approfondimento delle opere presenti alla mostra. In particolare, un’alunna ha detto che molte opere importanti di Dürer sono molto più piccole di come immaginava. Ha osservato però che l’attenzione al dettaglio in opere di dimensione ridotta le renda ancora più “grandi”, proprio per la difficoltà di realizzazione.

 

Abbiamo percepito che il messaggio legato all’importanza e alla bellezza della matematica come elemento abilitante per la riuscita in altre discipline sia arrivato… e, in ogni caso, anche se avessimo acceso solo una fiammella sono certa che questa si alimenterà col tempo, aumentando la consapevolezza, l’interesse e la passione per lo studio di questa materia.

Prof.ssa Mastretti