Scuola Secondaria – Le Seconde Medie incontrano il Rabbino Paolo Sciunnach: un dialogo tra culture.

Il giorno 22 marzo 2018 il Rabbino Paolo Sciunnach ha incontrato tutti i ragazzi di seconda della Scuola Secondaria di primo grado nell’Aula Magna della Scuola. Insegnante di ebraismo presso il Liceo della Scuola ebraica di Milano in via Sally Mayer, per il secondo anno consecutivo Rav Sciunnach ha saputo accogliere con sorprendente semplicità e rispondere con profonda chiarezza alle più di quaranta domande preparate dagli alunni al termine di un percorso sull’ebraismo svolto nel corso delle lezioni di religione. Il dialogo, che implicava una conoscenza di base degli elementi fondamentali della tradizione ebraica, ha toccato molteplici tematiche, dal rapporto con la Torah, alla speranza della vita dopo la morte, dal significato degli abiti indossati, al valore del cibo, consentendo un confronto a tutti gli effetti culturale, senza mai prescindere dal racconto di un’esperienza. Nella verifica scritta e conclusiva del percorso, diversi studenti hanno riconosciuto nel suo “onore di essere ebreo” un aspetto particolarmente interessante nella testimonianza ascoltata. Riportiamo alcuni passaggi significativi delle loro osservazioni:
«Mi ha colpita il modo in cui ci ha parlato, ci ha confidato tante cose personali e mi è sembrato di capire come si sentisse piccolo davanti a Dio, come si sentisse fortunato e onorato di essere ebreo» (Giada);
«Mi ha colpito anche come per tutto ciò che diceva aveva una spiegazione, perché talvolta si può dire e parlare di qualcosa senza avere un perché, ma il Rabbino ci ha spiegato il perché di tutto ciò che diceva» (Rachele);
«Mi ha colpito anche la sua disponibilità e la sua pazienza con noi, e appena lui ha incominciato a rispondere alle nostre domande si vedeva che era fiero della sua religione. Mi ha stupito anche il fatto che rispettasse pienamente le nostre “regole”» (Gaia);
«Mi ha colpito il modo in cui si affidano a Dio e il fatto che non credono che Cristo sia il Messia. Quando ha spiegato le ragioni non ho pensato che non fossero valide. Ho pensato che fossero veritiere, ma nello stesso tempo che non vedessero il lato di Cristo che vediamo noi, noi vediamo anche il Cristo che ci ama e si offre per noi» (Caterina). Le domande dei ragazzi e il rapporto instaurato con il Rabbino testimoniano che il dialogo tra culture è possibile, e la nostra Fondazione desidera educare a questo.