Liceo Scientifico – L’unica gioia al mondo è cominciare

L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. (Cesare Pavese, Il male di vivere).

Martedì 9 ottobre tutto il liceo scientifico della Fondazione Grossman ha vissuto una giornata di inizio anno, prima visitando le grotte di Borgio Verezzi e poi con una convivenza con grande caccia al tesoro a squadre a Finalborgo.

La prima evidenza è stata la presenza di alunni e docenti, insieme per testimoniare la dimensione comunitaria della conoscenza: ragazzi che con i propri docenti ricominciano l’anno scolastico ricchi di aspettative, da chi ha appena iniziato il percorso a chi concluderà il proprio cammino con l’esame di maturità. E l’avventura della conoscenza, appunto, non è mai un percorso solitario; ogni passo è sorretto da adulti che con i ragazzi condividono la domanda ed il desiderio di pienezza di vita.

Perché poi la scelta delle grotte carsiche di Borgio Verezzi?

Anzitutto perché sono inerenti con il programma del biennio di Scienze Naturali; inoltre, dal punto di vista ideale appare evidente che la maestosità della realtà, testimoniata dalla bellezza delle grotte, fa nascere un immediato e naturale stupore. Uno sguardo attento non può non riconoscere che tutto quanto ci circonda è dato, gratuitamente, per essere conosciuto.

Eppure, la bellezza della realtà richiede la serietà di tutti noi: i ragazzi perché si impegnino nel lavoro quotidiano per poter conoscere, mentre per i docenti questo implica la verifica della serietà nella proposta.

Il gioco del pomeriggio

Una caccia al tesoro a squadre organizzata dai ragazzi più grandi per i primini, si è rivelata paradigmatica della vita della scuola: seguire passo dopo passo gli indizi, insieme ai propri compagni, conduce alla meta, che è la realizzazione del singolo attraverso il lavoro richiesto dalle varie discipline. Come infatti ricordava Steve Jobs, “Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario”. (Discorso all’Università di Stanford, 12 giugno 2005)

La sfida con cui riprendiamo il lavoro è che questa promessa si gioca nelle discipline e nel lavoro quotidiano: affrontare matematica, italiano, inglese, fisica e ogni materia può essere interessante perché fa crescere la persona e favorisce lo stupore per quanto ci è donato. Per questa promessa che la vita quotidiana ha in sé, vale la pena ricominciare a vivere e a studiare, come ci ha ricordato Cesare Pavese.

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