La crisi economica verrà. E sarà un’opportunità

“Affrontare una crisi richiede di lasciare aperta la possibilità che il sacrificio di oggi abbia un’utilità non solo pratica (ne usciremo), ma esistenziale (ne usciremo più uomini di prima)”.
Come affrontare la paura della crisi economica che inevitabilmente deriverà dalla pandemia? Ecco il contributo  di un nostro ex-genitore che affronta il tema dal punto di vista economico-finanziario.

L’emergenza creata dal COVID-19 (Coronavirus) sta mettendo tutti di fronte alle conseguenze che una crisi può generare. Siamo preoccupati innanzitutto per la salute di chi ci sta a cuore, ma intuiamo che tra gli effetti di questo periodo ci potrà essere una crisi economica che ci toccherebbe in maniera tangibile. Lo capiamo guardando i negozi chiusi, lo percepiamo da amici o parenti a cui è chiesto di rimanere a casa per effetto di queste chiusure, lo intuiamo pensando che tutti i produttori di beni o servizi ora non utilizzati ne soffriranno.

La prima volta che la crisi economica mi si palesò con chiarezza coincise con il mio primo viaggio di lavoro a Londra. Rimasi veramente colpito da quanti senzatetto dormissero/vivessero nella metropolitana. Fui impressionato, soprattutto, dal fatto che si trattasse di anziani e di giovani, di uomini, ma anche di donne. I miei colleghi inglesi mi ricordarono che l’indebitamento in Inghilterra grava soprattutto sulle famiglie, e quindi gli effetti della crisi economica (recessione) che stavano attraversando, erano immediati e rilevanti. All’epoca non era così in Italia (dove il debito è principalmente dello Stato – e che debito!) e questo moderava gli effetti delle recessioni.

In questa fase di crisi sanitaria immediata e crisi economica (e sociale che ne è una conseguenza) imminente, vi sono poche certezze come quella che recessione colpirà sicuramente il nostro Paese (così come molti altri). Per farsi un’idea degli effetti più estremi di una crisi economica, la letteratura offre squarci decisamente eloquenti, anche oltre la battuta di Groucho Marx (“Durante la Grande Depressione in Central Park i piccioni portavano le briciole ai passanti”). Per avere un quadro crudo sulla Grande Depressione, ad esempio, si può leggere Furore di John Steinbeck: “Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto […] Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.” (J. Steinbeck, Furore, 1939)

 

Gli strumenti di aiuto

Consapevoli dell’inevitabilità di una fase recessiva, le autorità (Governi e banche centrali) hanno iniziato a muoversi, in forma ancora non coordinata. Il primo strumento di aiuto consiste in generale in un’abbassamento del costo del denaro (tassi di interesse), al fine di supportare la ripagabilità del debito di imprese e famiglie e di fornire incentivi a nuovi investimenti. Dall’inizio di febbraio 2020 (quindi dall’inizio della percezione del Coronavirus come di un vero problema) sono stati annunciati nel mondo ben 29 tagli dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali, allo scopo di supportare/stimolare l’economia. Ad oggi, la Banca Centrale Europea è stata l’unica tra le principali a non avere agito in questa direzione.

Un secondo tipo di supporto da parte dei singoli governi consiste nel varare aiuti di vario genere utilizzando un incremento del proprio indebitamento. L’Unione Europea, ad esempio, ha consentito livelli superiori di debito all’Italia che permetteranno il varo di un pacchetto di misure di stimolo alla nostra economia annunciato nell’ordine dei 25 miliardi di Euro. Non va dimenticato che l’Italia si configura ad oggi come il paese più colpito al mondo da questa pandemia dopo la Cina. Se non può stupire quindi l’impatto sul valore di mercato delle azioni italiane, va qui ricordato che la valuta unica (Euro) rappresenta in queste fasi una protezione incomparabilmente più solida rispetto alla vecchia Lira.

Le misure che i vari governi adotteranno potranno attenuare, ma non eliminare, una fase recessiva che implicherà sacrifici difficili da prevedere. Se infatti appare estremamente probabile un aumento dei disoccupati, il dettaglio delle azioni dei pacchetti di sostegno all’economia potranno definire la tipologia di sacrifici richiesti. L’ottimismo che in alcune giornate i mercati azionari (che anticipano sempre) potranno mostrare, non va confuso con un’assenza di impatti sulla vita delle persone. Non si arriverà probabilmente agli estremi descritti da Steinbeck, ma una crisi verrà e avrà un impatto significativo sul nostro quotidiano.

 

Un viaggio nella terra delle possibilità

Tuttavia – come capiamo con sempre maggiore consapevolezza in questi giorni di sacrificio e timore – affrontare una crisi richiede di lasciare aperta la possibilità che il sacrificio di oggi abbia un’utilità non solo pratica (ne usciremo), ma esistenziale (ne usciremo più uomini di prima). I sacrifici che dovremo fare – in forme e tempi non prevedibili – come effetto della crisi economica che verrà, saranno inutili senza la consapevolezza che rappresentano un’opportunità incredibile per  capire meglio il mondo e noi stessi. Dalle crisi più recenti, ad esempio, sono stati creati nuovi strumenti per gestire meglio di prima le fasi recessive. La prossima crisi potrebbe ridefinire modalità di lavoro più sostenibili attraverso un uso corretto delle nuove tecnologie, come stiamo in parte già sperimentando a scuola… “ La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. […] Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.” (A. Einstein, Il mondo come io lo vedo, 1931)

Attraversare una crisi con consapevolezza è però una occasione senza confronto per scoprire anche e soprattutto chi siamo. Il desiderio di qualcosa di grande e positivo è naturalmente iscritto nell’uomo ed in particolare modo nella giovinezza. Le crisi e la giovinezza sono accomunate perciò dall’essere un viaggio nella terra della possibilità. Come un noto cantante ormai settantenne ha ammesso recentemente: “La tua vita si stende davanti a te, come una pagina bianca. E’ l’unica cosa che mi manca della vecchiaia: mi manca la bellezza di quella pagina bianca, delle sue infinite possibilità, quella pagina bianca aperta che aspetta che tu la scriva. “ (B. Springsteen, Springsteen on Broadway, 2018)

Perciò l’augurio oggi non è ‘Buona fortuna’, ma piuttosto ‘Buon viaggio’!

di Simone Concetti