Liceo Scientifico – Chi ha costruito il Duomo di Milano?

È un venerdì pomeriggio di giugno il giorno in cui si conclude, con una videolezione in diretta con gli Stati Uniti, il programma di Disegno e Storia dell’Arte per le classi terze scientifico. Si collega con noi Martina Saltamacchia, Associate Professor in Storia Medievale alla University of Nebraska Omaha. Con un entusiasmo coinvolgente ci racconta la sua ricerca sul sistema di donazioni che ha sostenuto nei secoli il cantiere del Duomo di Milano dal 1386 al XIX secolo. Tale avventura di conoscenza, che è proceduta attraverso la continua verifica di ipotesi elaborate intuitivamente e dimostrate attraverso la raccolta di dati e tracce concrete, ha avuto origine da una frase riferitale da un amico: La nostra vita è fatta per fare cose grandi, come i cristiani medievali che vivevano in catapecchie e costruivano cattedrali.

Laureata in Bocconi, Martina Saltamacchia affronta la storia dell’arte con un taglio economico. Ci mostra le foto dei registri delle donazioni su cui gli ufficiali della Fabbrica registravano in gotico-lombardo le donazioni della povera gente –quattro uova, uno scialle- così come dei ricchi mercanti, fino alla cifra ragguardevole di 14.000 lire garantita ogni anno da Gian Galeazzo Visconti. L’obiettivo è di verificare nei numeri quello che la tradizione popolare ha sempre tramandato, cioè che sia stato il popolo a costruire la cattedrale.

Veramente il popolo ha costruito le cattedrali?

Decifrando numeri e didascalie, presi a campione fra una grande mole di dati conservati, si può ricostruire un anno di cash flow in cui l’importo totale delle piccole donazioni supera di gran lunga la cifra elargita dal signore di Milano. Ma molto altro si può comprendere dai registri: emergono esempi di generosità e di dedizione, spaccati di vita quotidiana, abitudini e piccoli miracoli che accompagnano il grande cantiere in cui lavora nei diversi periodi fino al 10% della popolazione della città.

Il Duomo è dunque il risultato dell’opera di un popolo. Un popolo che si muove per quello in cui crede e la cui generosità paragonabile a quella delle famiglie della nostra comunità scolastica che hanno contribuito liberamente ad alimentare il fondo di solidarietà per il pagamento delle prossime rette scolastiche.